guerra.

“Guardatevi da coloro che annettono un alto valore al fatto che si confidi nel loro tatto morale, nella finezza delle loro distinzioni morali! Essi non ci perdoneranno mai d’essersi resi colpevoli una qualche volta dinanzi a noi (o addirittura contro di noi) – costoro diventeranno inevitabilmente i nostri istintivi detrattori e offensori, pur restando ancora nostri amici. Beati quelli che dimenticano, perchè la faranno finita anche con le loro stupidaggini.” F. W. Nietzsche

resteranno sempre nostri amici, anche quando non lo vorranno più. le persone si incontrano, e non si fanno domande che su se stesse. come sto, come mi sento, cos’è che voglio, come sono finito qua, cosa trarne – da questo – cosa lasciare indietro. cosa altro può passare in testa a uno che prova insistentemente, senza ritegno, ad avvicinare un altro sconosciuto che non parla, che non dà segno d’interesse, immerso nel silenzio che è la tristezza della natura. soltanto le proprie voglie, e nessuna domanda. basterebbe avere gli occhi, per non provarci. ma le persone non sanno che farsene degli occhi. questo vale per la maggior parte degli incontri. poi ci sono alcuni spiriti che restano legati stretti a un’idea, i deserti, che saranno sempre nostri amici. per questi spiriti, la semplicità è talmente lontana che non si lascia applicare neanche all’idea di sè. sono tanto distanti da volersi incarnare nel mondo intero ad ogni respiro, che nascondono le proprie sconosciute profondità con l’estetica. una vita a parte, oltre quella che corre. come mi sento, cos’è che voglio, quali parole mi piacerebbe sentire uscire dalla mia bocca, quale romanzo fare del mio tempo, cosa scrivere di me, quali personaggi tenere, quali lasciare indietro. ma conoscerli, tutti. brilla intorno a loro una bellezza tremenda, e tutto il pericolo degli umani lasciati soli, con sè, nel mondo.  possono fare di un altro il capitolo più pregnante del loro romanzo, se deciso così, ma non smetteranno mai di scrivere tempi sempre nuovi. lasceranno tutti indietro, al momento giusto, o quando le circostanze decideranno che vada cambiato registro. e lì non agiranno ancora con cattiveria, non meriteranno alcuna accusa, alcun risentimento, perchè non c’è intenzione di fare del male. c’è anzi un’ingenuità di fondo che imbarazza, che non si può che amare dal profondo. non si vorrebbe che bastare a riempire anche soltanto un rigo di quella maestosa profondità. se il caso vuole che si capiti alla fine di un ciclo, si sarà lasciati indietro. a costo di scatenare una guerra, a costo di nutrire sentimenti senza fondamento, pur di riuscire nell’impresa. non c’è finzione in queste vite, ed è un’ingiustizia cadere nel tranello della ricerca della verità. ma la caduta a volte è l’unica via aperta per fuggire dall’arte altrui, per tornare mestamente nei confini della propria vita.  e non si può distogliere un bambino dalla ricerca della semplicità. bisogna usare tutto l’amore che si può riesumare, per spiegargli che una pagina si chiude non per cattiva volontà, che non si è stati dimenticati.  all’improvviso tutto è andato così e basta. non bisogna nutrire il pensiero che qualcuno, una volta, si sia preso cura di noi. arriveranno degli imbecilli a sfoggiare se stessi, se saranno gentili almeno eviteranno approcci troppo serrati. questo è il meglio che possiamo aspettarci. beati quelli che dimenticano di essere finiti in una pagina senza punto.

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