Qui comincia un’autocritica delirante (tutte lo sono, non c’è forma peggiore dello spirito critico di quella che pretende di esercitarsi su se stessa), tuttavia io mi accuso
- di aver furtivamente mescolato i miei fantasmi alla realtà, e più precisamente alla scarsa realtà disponibile in questa mediocre congiuntura storica
- di aver preso sistematicamente in contropiede le nozioni più evidenti e meglio fondate, sperando che restassero prese in trappola dalla mia radicalità, cosa che non è avvenuta
- di aver sognato un altro mondo che. donne o concetti, fosse quello della prostituzione sacra
- di aver abilmente attinto la mia energia in base ad una legge mentale che la derivava da quella degli altri
- di aver coltivato un pensiero crepuscolare per meglio mscherare la differenza tra la notte e il giorno
- di non essere mai stato tentato di perdere tutto, ma di essere stato soltanto ossessionato dall’insoddisfazione, e di avere sublimato ogni viltà nella radicalità teorica
- di aver peccato per omissioni di referenze
AMEN.
Di essere profondamente carnale e malinconico
di essermi ritirato a poco a poco dalle cose fino a non avere su di esse che un giudizio fantomatico
ma dove sono le illuminazioni di un tempo? non vedo intorno a me che isteria senza fondamento e vitalità senza scrupoli
AMEN.