Baudrillard, 1980

Qui comincia un’autocritica delirante (tutte lo sono, non c’è forma peggiore dello spirito critico di quella che pretende di esercitarsi su se stessa), tuttavia io mi accuso

  • di aver furtivamente mescolato i miei fantasmi alla realtà, e più precisamente alla scarsa realtà disponibile in questa mediocre congiuntura storica
  • di aver preso sistematicamente in contropiede le nozioni più evidenti e meglio fondate, sperando che restassero prese in trappola dalla mia radicalità, cosa che non è avvenuta
  • di aver sognato un altro mondo che. donne o concetti, fosse quello della prostituzione sacra
  • di aver abilmente attinto la mia energia in base ad una legge mentale che la derivava da quella degli altri
  • di aver coltivato un pensiero crepuscolare per meglio mscherare la differenza tra la notte e il giorno
  • di non essere mai stato tentato di perdere tutto, ma di essere stato soltanto ossessionato dall’insoddisfazione, e di avere sublimato ogni viltà nella radicalità teorica
  • di aver peccato per omissioni di referenze

AMEN.

Di essere profondamente carnale e malinconico

di essermi ritirato a poco a poco dalle cose fino a non avere su di esse che un giudizio fantomatico

ma dove sono le illuminazioni di un tempo? non vedo intorno a me che isteria senza fondamento e vitalità senza scrupoli

AMEN.

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